Marta5

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view post Posted on 8/4/2024, 15:43

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Entrammo, nudi e scomposti, lasciando alcune macchie d’acqua dietro di noi sulle scale che portavano sotto, fino ad entrare in un locale che all’inizio feci fatica a distinguere con precisione. Capii poi che era una grande sala seminterrata, calda ed illuminata da lampade a muro. Sul pavimento alcuni grandi cuscini dalle forme piu’ strane, alle pareti specchi in corrispondenza di strani parallelepipedi imbottiti, alti al bacino, con due maniglie alla sommita’. Per il resto dei divani, un tavolo e… alla parete di fondo una specie di croce con delle catene che terminavano con dei ferma polso. Andrea mi porto’ proprio di fronte allo strano oggetto, mi giro’ faccia alla stanza ed inizio’ a legarmi i polsi e le caviglie, aggiustando la lunghezza delle catene di modo che alla fine rimasi immobilizzata con le braccia e le gambe aperte, con l’unico movimento consentito che consisteva nell’appoggiare il sedere al bordo di un cubo imbottito per mostrare ancora piu’ oscenamente la mia vulva aperta agli sguardi (e alle voglie) di tutti. Mentre Andrea mi immobilizzava Mario aveva gia’ iniziato ad occuparsi di Tiffany, facendola sdraiare su uno dei cubi imbottiti al muro che capii’ servivano a favorire gli amplessi piu’ sfrenati. Tiffany infatti aveva appoggiato la schiena atale supporto tenendosi con le mani alle due maniglie sul muro, offrendo il suo corpo alla penetrazione di lui. Mario si stava masturbando per raggiungere una erezione sufficiente e, appena ottenutola, penetro’ con forza Tiffany che urlo’ di piacere, continuando a gemere fortemente ad ogni colpo che lui assestava per una penetrazione sempre piu’ profonda… Nadia a sua volta si mise in azione di fronte a me inginocchiandosi e prendendosi cura di Andrea e soprattutto del suo cazzo di nuovo eccitato, iniziando a succhiarlo con dovizia e facendo schioccare la bocca ogniqualvolta il glande usciva dalle sue labbra… Ero immobilizzata e costretta ad assistere ad una scena di sesso mai vista, ancor di piu’ quando Andrea, uscito definitivamente dalla bocca di Nadia, la costrinse a chinarsi su un cuscino che la costringeva con le natiche all’insu’ per penetrarla impietosamente da dietro facendole scaturire dalla gola un urlo immenso che riempi la stanza e si sovrappose ai gemiti di Tiffany. Era una scena dantesca, i due uomini impegnati a penetrare bestialmente le loro donne che iniziavano ad avere i capelli impastati di sudore e i corpi in fiamme. Una scena che divenne ancor piu’ bestiale quando Mario sfilo’ il pene dalla vagina di Tiffany e la costrinse a girarsi, offrendogli il sedere tornito alle sue voglie, e che senza pieta’ venne penetrato mozzando il fiato alla povera ragazza. Andrea, mantenendo invece Nadia nella medesima posizione, violo’ a sua volta il povero ano della compagna. Ma il peggio venne dopo pochi minuti di forti e feroci penetrazioni, quando i due, all’unisono, smisero di violare le due donne per avvicinarsi a me con i cazzi turgidi ed eretti e pronti ad un nuovo girone di piacere… un terrore pazzesco mi prese, sebbene il mio sesso grondasse di eccitazione… Andrea si distese sul cubo alle mie spalle, costringendomi a lui e forzando il suo glande alla ricerca del mio ano, che alla fine penetro’ con forza. Ma non ebbi tempo di urlare, perche’ da davanti Mario inseri’ il suo bastone di carne immediatamente nella vagina, procurandomi un dolore infinito dovuto alla doppia e forzata penetrazione….La serata comunque, capii immediatamente, non era finita. Appena Andrea e Mario liberarono il loro orgasmo all’interno della mia vagina e del mio ano ed io ripresi appena fiato annebbiata dal dolore della doppia dilatazione e dallo sfregamento delle due verghe al mio interno, i due uomini mi liberarono dalle catene e mi distesero al centro della stanza su un basso imbottito che conteneva giusto giusto il mio corpo. Tiffany e Nadia, che avevano assistito silenziose al mio doppio sacrificio, si avvicinarono anch’esse. Circondata dai corpi nudi dei miei compagni sentivo il mio sesso e il mio ano ancora sfregiati dalla dura doppia penetrazione di poco prima ma ancora pulsanti e lubrificati dallo sperma e dai miei umori. Tiffany, forse preoccupata dal mio fiato corto e dalla spossatezza che mi leggeva in viso, mi accarezzava dolcemente, scendendo a sfiorarmi i seni con le mani delicate. Nadia invece mi guardava con sguardo sottile, quasi felice della umiliazione che i due uomini mi avevano inflitto e che mai avevo provato nella mia vita. Mi guardava negli occhi ed io guardavo lei impaurita ma allo stesso tempo eccitata da tutto quello che mi era successo. Lei capii il mio stato d’animo e con un cenno di complice intesa a Tiffany, si allontano’ dalla stanza tornando immediatamente munita del gigantesco fallo che gia’ mi aveva violato durante la prima esperienza a casa sua. La vista dei suoi grandi seni e di questo fallo indossato a coprire la sua vulva mi fece tremare e cio’ non sfuggi’ a Tiffany ed ai due uomini che iniziarono a toccarmi con piu’ determinazione. Anzi, Tiffany si mise immediatamente a cavalcioni sopra la mia testa offrendomi allo sguardo la sua vagina bagnata e gia’ socchiusa di piacere. Nadia diede degli ordini perentori: “Marta lecca il frutto proibito di Tiffany fino a che il piacere la sovrasti… Mario, Andrea, aprite le gambe della nostra cara amica e offrite la sua vulva alla mia penetrazione…” Tutti obbedirono e mi trovai immediatamente obbligata a soddisfare i piaceri di Tiffany che con le mani iniziò a torturarmi i capezzoli. Tiffany aveva un sapore dolciastro ed era copiosamente bagnata. Con la lingua quindi la penetrai minuziosamente piu’ volte, non trascurando di percorrere su e giu’ il filo delle grandi labbra per poi giungere al clitoride gia’ gonfio che presi fra i denti tormentandolo delicatamente per poi succhiarlo avidamente a piu’ riprese. Nel mentre Nadia, che fortunatamente aveva lubrificato l’enorme fallo di gomma, mi apri’ con le dita la vagina per favorire la penetrazione e con un colpo di reni ben assestato che le fece ballonzolare i seni, mi penetro’ a fondo per poi iniziare scoparmi selvaggiamente con una furia crescente. Venni dopo poco assieme a Tiffany che crollo’ su di me, coperta dei suoi umori. Nadia trionfante sfilo’ il pene dalla mia vagina gonfia e devastata e si tolse le cinghie da attorno il bacino. Andrea e Mario non aspettarono il suo cenno ma la costrinsero vicino a noi ad inginocchiarsi per offrire la sua vagina e la sua bocca alla nuova voglia di due. Andrea quindi si mise dietro e con poca difficolta’ infilò il suo pene lentamente all’interno di lei mentre Mario, sfoggiando un erezione potente e sorprendente dopo quanto fatto, glielo mise in bocca con furia, violentandola letteralmente con le mani attaccate alla testa di lei, cercando di immergere completamente la sua asta fino a scenderle in gola. La doppia penetrazione duro’ abbastanza a lungo, complici i numerosi orgasmi che gia’ i due avevano messo a segno, ma dopo una cavalcata furiosa arrivarono all’apice… sfilati i membri turgidi dalle cavita’ di Nadia si girarono verso di me e Tiffany. Lei si scosto’ d’improvviso lasciandomi inerte a ricevere per l’ultima volta in quella serata un fiotto di sperma calda nel viso e sui seni bollenti. Era turgido, dritto come non mai davanti al mio viso. Distinguevo con precisione le piccole vene gonfie di sangue che correvano sul tronco possente, i piccoli rigonfiamenti sotto la corona del glande, la pelle tesa della cappella esposta a pieno nella possente erezione, nuda e violacea. Il frenulo era teso, quasi biancastro, nella tensione a stento teneva l’enorme glande che non distava piu’ di un centimetro dalle mie labbra. Lo scroto, glabro e percorso da innumerevoli rughe, era altrettanto gonfio, lo immaginavo pieno di seme biancastro in ebollizione pronto ad essere lanciato in fondo alla mia gola.
In secondo piano il viso di Mario che mi guardava compiaciuto, ero accovacciata fra le sue gambe e sotto il suo possente scettro pronta a qualsiasi punizione. Nuda e con i miei piccoli seni eretti aspettavo con ansia i suoi ordini che non avrebbero tardato ad arrivare, cosi’ come mi aveva pregato di fare.
 
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