La grande storia del vino Italiano nei secoli

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view post Posted on 14/5/2018, 07:10
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vinooooanticooo



Non tutti sanno che il nostro paese è stato a lungo chiamato Enotria tellus (il paese delle viti sostenute da pali) . Pare che il legame tra il vino ed il BelPaese risalga ad oltre duemila anni fa, quando popoli antichi come i fenici e poi i greci ci hanno trasmesso la loro cultura vitivinicola. I primi vitigni di vitis vinifera secondo alcuni studi, sarebbero stati piantati prima al sud: in Sicilia, Sardegna, Calabria e Campania. Solo col passare degli anni, la tradizione avrebbe raggiunto anche il centro e il nord dell’Italia.

Se i fenici possono essere definiti i precursori di questo settore, per quel che riguarda la storia italiana, ai greci si deve invece riconoscere la diversificazione dei vitigni. Il popolo ellenico, che attribuiva le origini del vino agli dèi, a Dionisio per l’esattezza, ha operato numerose sperimentazioni nel settore. Seppure di natura poco raffinata. A proseguire nella ricerca e nello studio del vino ci sono stati gli antichi romani, che pare lo diluissero con dell’acqua per renderlo meno alcolico. All’epoca dei romani, il vino era servito all’interno di anfore; i locali presso i quali lo si poteva degustare erano chiamati tabernae, accostabili alle nostre osterie e taverne.

In occasione dei banchetti romani, o anche all’interno delle tabernae, si celebravano delle vere e proprie feste all’insegna della trasgressione e del divertimento. In alcune opere si fa cenno anche di antiche vestali, sacerdotesse di Dio, chiamate “Baccanti”, che si esibivano in danze disinibite per tutta la durata della festa.

E con questo cenno, possiamo ricollegarci ad un altro dei meriti del vino: l’essere stato musa di diverse opere letterarie. Basti citare i “Fasti” di Ovidio, o l’ “Invito all’Erano” di Saffo; oppure, giungendo a tempi un po’ più vicini a noi, il “Trionfo di Bacco e Arianna” (conosciuto anche come la “Canzona di Bacco”), di Lorenzo dei Medici.

Infine, il vino è stato una delle prime fonti di commercio. Restando sempre sul filone romano, esso veniva conservato in botti e fatto invecchiare in bottiglie di vetro, così come accade oggi. In questo modo, il vino è diventato un prodotto commerciabile, adatto anche per l’esportazione.

Il culto del vino è stato tramandato di famiglia in famiglia, da generazione in generazione, nella nostra splendida Penisola. Alle tradizioni sono stati accostati studi scientifici, per accrescere la preziosità del prodotto e per migliorarne le tecniche di conservazione. Si è giunti persino ad esaminare il Dna del vitigno per analizzarne le caratteristiche da migliorare e quelle da preservare. Le varietà presenti oggi sul mercato sono numerosissime e provenienti da tutto il mondo. Soffermandoci sul territorio italiano, possiamo affermare con certezza che in ogni regione del nostro Paese vi sono delle eccellenze.

Partendo dal nord, i vini migliori vengono prodotti nelle Langhe piemontesi: nel 2015 il primo classificato nella top fifty italiana stilata dal “Biwa” (Best Italian Wine Awards) è stato il Barolo Monprivato prodotto da Giuseppe Mascarello e suo figlio. Il vino in questione risale all’annata 2010 ed è stato ricavato da una vite del Cinquecento.

Percorrendo l’Italia in verticale, virando verso sud, si passa per la Toscana, nota per il suo vitigno del Sangiovese, da cui si ricavano vini pregiati come il “Chianti Classico” e il “Brunello di Montalcino”. Tra le eccellenze della zona vi è il “Duemani” (annata 2012), prodotto da Elena Celli e Luca D’Attoma.

Nell’estremo sud, invece, troviamo vini doc pregiati come il Moscato Passito di Pantelleria, prodotto in Sicilia. Tra le eccellenze che si sono distinte in questi ultimi anni, collegate al suolo siciliano, vi è il Vecchio Samperi, di Marco De Bartoli. Secondo la descrizione di alcuni esperti di settore, tale vino, caratterizzato da un gusto fortemente liquoroso, è perfetto per accompagnare aperitivi a base di formaggio stagionato.

Le strade del vino sono infinite, direbbe qualcuno. Fornirvi un elenco smisurato di itinerari sarebbe inutile e, magari, anche noioso. Quindi abbiamo deciso di darvi, in questo contesto, giusto qualche dritta in merito all’argomento. Riprendendo il tema delle eccellenze italiane, vi suggeriremo qualche strada per ognuna delle regioni poco fa menzionate: il Piemonte, la Toscana e la Sicilia.

Come accennato in precedenza, se volete degustare del vino buono in Piemonte dovete recarvi nelle Langhe, un’area territoriale che include le province di Asti e Cuneo. Non saranno da meno, però, anche le specialità prodotte nel Canavese e nell’Alto Monferrato.

Relativamente alla Toscana, altra regione dalla storica tradizione enologica, le strade dei vini più celebri sono collegate ai colli. Se vi trovate da quelle parti, vi consigliamo di fare un salto sui Colli di Candia e Lunigiana, su quelli di Maremma e sulle colline di Lucca, Pisa e Montepulciano. Se la vostra passione è il Chianti Rufina, infine, non potrete non passare per il comune di Rufina, a est di Firenze.

In ultimo, ma solo perché abbiamo voluto seguire la mappa geografica dei vitigni da nord verso sud, approdiamo in Sicilia, la cosiddetta “terra della vite”. Per chi ama il vino fruttato per eccellenza, il “Moscato”, vi è una strada, che prende il nome proprio dalla varietà di vino tipicamente siciliana: tale strada si trova nel comune di Pantelleria, in provincia di Trapani. “La strada della Malvasia” corre invece lungo le isole Lipari. Ad un altro tra i più noti vini di questa regione, il “Marsala”, dal gusto prevalentemente dolce e liquoroso, è stata dedicata “la strada del Marsala”, ubicata nell’omonima città, in provincia di Trapani.
 
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view post Posted on 16/5/2018, 14:23
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È importante aggiungere più vita agli anni, non più anni alla vita.

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in italia abbiamo i vini piu buoni del mondo
molto copiati ma senza arrivare a buoni risultati
e la nostra terra che li rende speciali
grazie danny ottimo post
 
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1 replies since 14/5/2018, 07:10   112 views
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