L'amico di mio figlio ed il suo totem di carne

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MissDesiderio
view post Posted on 15/9/2017, 16:46




Mi chiamo Alessia. Classica donna del nord Italia, una bella chioma di capelli scuri, un bel fisico sportivo ma con le giuste curve, di statura media, moglie di seconde nozze di Giovanni qualche anno più vecchio di me, sette per la precisione, io ne ho 35, lui 42. Giovanni è rimasto vedovo più di dieci anni fa con un figlio di cinque anni. Dopo un paio d’anni ho avuto la fortuna di incontrarlo e dopo pochi mesi siamo diventati marito e moglie, sono diventata per Mattia una nuova mamma, nel giro di qualche anno la famiglia si è allargato con l’arrivo di Sara e di Elena poi.

Ora i miei figli hanno 18 anni, 10 e 7. Essendo una mamma a tempo pieno il lavoro è passato in secondo piano, tra pulire, lavare, stirare, portare i miei figli alle varie attività extrascolastiche e preparare da mangiare la mia giornata è già piena così. Per fortuna mio marito è il direttore commerciale di una grossa azienda ed il suo stipendio basta e avanza per mantenere tutta la famiglia senza problemi. Tra i vari doveri di una brava mamma c’è quello di preparare pranzi e cene per gli amici dei miei figli, anche se il più delle volte basta ordinare delle pizze.

Come quella volta che Mattia ha invitato a casa nostra i suoi compagni di scuola. Pizza per tutti, ottimo! Ma ho preferito comunque preparare io il dolce, da brava mamma. Mio marito era via un paio di giorni per lavoro e quindi toccava a me fare gli onori di casa. Sul tardi, dopo aver messo a letto le mie figlie, era venuta l’ora di riordinare casa. Inizio a tirare su piatti e bicchieri, mentre lascio mio figlio e i suoi amici a giocare alla playstation.

“Le serve una mano?” Mi chiede Marco. Un amico di mio figlio, un anno più vecchio di lui, va già all’università mentre mio figlio è ancora al quinto anno delle superiori.
“Volentieri.” Gli rispondo. “Mi da una mano a raccogliere i piatti e a portarli di la in cucina.”
Inizio a caricare la lavastoviglie mentre lui continua a portarmi di qua le stoviglie sporche.
“Allora Marco, come va con la tua fidanzata?” Sapevo che da poco più di un mese frequentava una nuova ragazza.
“Non stiamo più insieme.”
“Oh, mi dispiace.” Non sapendo cos’altro dire.
“Anche lei, come quelle prima, al momento di concludere si sono tirate indietro. Chiedo a lei che è una donna matura, contano veramente le dimensioni in una relazione?” Aggiunge Marco, vedendo in me una valvola di sfogo.

Lo guardo imbarazzata… parlare di certe cose con un amico di mio figlio…
Cerco di consolarlo, “Anche se ce l’hai sotto la media non ti devi preoccupare. Prima o poi una ragazza che ti apprezzi per quello che sei dentro la troverai, sei ancora giovane.”
“Il mio problema è esattamente il contrario, sono molto al di sopra della media e le ragazza scappano quando lo vedono, dicono che per loro è troppo grande.”
Lo guardo sbalordita. Non so cosa rispondere. Faccio finta di niente e riprendo a mettere i piatti sporchi nella lavastoviglie.
“Secondo lei, che ha più esperienza, le sembra troppo grande?” Mi chiede.
Mi giro verso di lui e vedo il suo cazzo duro uscire dalla cerniera dei pantaloni…

Non avevo mai visto una cosa del genere. Come attratta misteriosamente da quel membro, mi avvicino di più a Marco, 25 centimetri di carne. Non riesco a resistere e lo afferro con una mano, non riesco a stringerlo completamente, oltre che lungo ha anche una circonferenza notevole. E’ caldo, lo sento pulsare nella mia mano. Dopo qualche secondo tolgo la mano e mi allontano.

“Scusa, non volevo.” Gli dico.
“Scusi lei, non volevo metterla in imbarazzo.” Mi dice lui.
“Qui è quasi tutto a posto, ora finisco da sola, puoi ritornare di la con i tuoi amici.”
Marco lascia la cucina e ritorna in salotto.
Finisco di rassettare, saluto i ragazzi e poi mi ritiro in camera mia.

Quel cazzo continuava a ritornarmi in mente. Era affascinante, calamitante, non riuscivo più a toglierlo dai miei pensieri. Pensando a quel membro una mano scivola tra le mie gambe e mi do piacere da sola. Cerco di non pensarci immergendomi nella lettura di un romanzo. Più tardi sento i ragazzi andare via e Mattia andare a letto anche lui. Dopo circa una mezzora mi vibra il telefono, sarà mio marito che mi augura la buona notte. Prendo il cellulare, messaggio da numero sconosciuto.

“Spero di non averla sconvolta prima, non volevo essere così brusco e sfacciato.” Immagino che il numero sia di Marco, avrà preso il mio dal telefono di Mattia.
“Non ti preoccupare Marco, ti perdono”, faccio una pazzia e aggiungo questo al messaggio “solo se mi mandi una foto del tuo cazzo.”
Aspetto un paio di minuti e il telefono vibra nuovamente. Apro whatsapp e mi trovo davanti un bellissimo primo piano di quello stupendo cazzo.
“Perdonato, buonanotte.”
Guardo e riguardo quella foto ed inizio a toccarmi nuovamente fino a venire ancora.
Mi addormento sperando di sognare quel membro fuori misura.

Il mattino seguente mi arriva un nuovo messaggio da Marco.
“Buongiorno signora Alessia, dormito bene?”
“Benissimo, grazie.” Rispondo cortesemente
“Ieri sera ho lasciato li il mio giubbettino. Posso passarlo a prenderlo fra un paio d’ore? E’ a casa?”
Dentro di me so già che quello suona solo come un pretesto per rivedermi, stavolta da sola, ma acconsento lo stesso e gli dico di passare senza problemi. Vediamo dove vuole andare a parare il ragazzo, so gestire uno che potrebbe tranquillamente essere mio figlio.

Verso le 10.30 sento suonare il campanello. E’ lui.
Gli apro, lo faccio entrare.
“Ti posso offrire qualcosa?”
“Un caffè può bastare.”
Lo accompagno in cucina, prendo la moka, gli do le spalle, all’improvviso lo sento contro di me, sento il suo pacco contro il mio culo, la semplice stoffa del mio vestitino non basta ad attenuare la mia percezione della sua erezione contro il mio corpo.

Reagisco senza pensare. Mi giro, gli afferro il pacco, gli apro la lampo e tiro fuori quell’obelisco di carne. Lo guardo ancora meravigliata, come la sera prima. Mi inginocchio davanti a quel totem. Lo bacio, una, due, tre volte, lo ricopro di baci. Sento la sua cappella sussultare ad ogni mio bacio. Inizio a leccare quell’asta interminabile, dalla punta alla base, dalla base alla punta, ripetutamente lascio correre la mia lingua per tutta la sua lunghezza. Porto la mia bocca sulla cappella e dolcemente la lascio entrare, solo la cappella mi riempie completamente la bocca, con difficoltà inizio a succhiarlo, ben presto la mia bocca si adegua alle dimensioni di quel membro e inizia a scivolare meglio.

“Lo immaginavo che eri una succhiacazzi nata.” Mi dice Marco. “Guardami.”
Alzo gli occhi e click. Mi scatta una foto mentre ho il suo cazzo in bocca. Click altra foto.
Non me ne importa e continuo a succhiare il suo cazzo cercando di farne entrare il più possibile in bocca.
“Alzati troia”, dice afferrandomi per i capelli, mi tira su, mi gira, mi piega a 90° sul tavolo, mi tira su il vestitino, mi sfila gli slip e mi entra nella figa. Il suo cazzo è grosso ma entra facilmente sia perché bagnato con la mia saliva, sia perché la mia figa è già ben lubrificata dalla mia eccitazione.

Inizia a scoparmi così da dietro, selvaggiamente, sento il suo membro aprirmi sempre di più, all’inizio con fatica, poi con il succedersi dei colpi sempre più agevolmente, lo sento entrarmi sempre più in fondo, lo sento riempirmi completamente. Marco va avanti a scoparmi così per diversi minuti mentre un paio di orgasmi mi percorrono il corpo. All’ultimo secondo si toglie, prendendomi per i capelli mi rimette accovacciata, “Apri per bene” mi ordina, io spalanco la bocca. I primi due schizzi, i più potenti mancano il centro e finiscono sui miei occhi e sui capelli, i successivi centrano il bersaglio e mi finiscono in bocca. Faccio per deglutire ma mi dice di aspettare a mandar giù, preso il telefono in mano registra un video dove si vede bene in evidenza il suo seme dentro la mia bocca e gli schizzi sulla mia faccia e poi io che deglutisco e la mia bocca che si ripresenta vuota all’obbiettivo.

“Sai che questa è solo la prima di una lunga serie di scopate che faremo assieme, vero?”
Non posso far altro che annuire.
“Sei la classica M.I.L.F., una puttana nata! Ho il tuo numero, devi essere sempre pronta.”
Quelle parole invece di infastidirmi mi fanno correre i brividi lungo la schiena.

Marco rimette al suo posto il suo membro, prende la sua giacca e se ne va senza neanche salutarmi.

Edited by Danny Daniell - 12/1/2018, 18:26
 
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