Disturbi alimentari: la riflessologia può aiutare

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view post Posted on 2/4/2011, 15:50

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In tema di Disturbi Alimentari anche la riflessologia può essere un valido aiuto. Noi ne abbiamo parlato con un’esperta, la Riflessologa Luciana Ferri, ospite pochi giorni fa a Pomeriggio 5 di Barbara D’Urso. Prima di scoprire le novità di cui si è parlato in trasmissione, le abbiamo posto alcune interessanti domande.




Luciana cosa ci può dire brevemente sulla riflessologia?
La riflessologia plantare è una disciplina elaborata, nella sua forma iniziale, dall’otorinolaringoiatra americano William Fitzgerald nel XX secolo, rifacendosi ad antiche tecniche orientali di pressione delle dita miranti a correggere i flussi energetici. E’ un trattamento che considera l’individuo nella sua globalità - corpo e mente. E’ quello che si definisce un trattamento “olistico” dal greco “holos” che significa “intero”. Il riflessologo non è un medico. Non può fare diagnosi né prescrivere farmaci o, peggio ancora, farne sospendere al cliente. A dire questo ci tengo molto perché, purtroppo, di persone impreparate in giro ce ne sono molte. Solitamente un buon professionista non promette guarigioni o miracoli e invita il Cliente, quando ne ravvisa la necessità, a rivolgersi al medico curante per patologie che necessitano di cure “tradizionali”.


La riflessologia può essere affiancata alla medicina tradizionale?
Certo, non avendo praticamente la riflessologia plantare controindicazioni, può essere affiancata tranquillamente alle cure tradizionali, accelerando la guarigione, diminuendo i fastidi e disagi peculiari delle varie malattie o, semplicemente, rilassando la persona, permettendole di vivere con maggiore serenità brutte situazioni. Detto questo il mio compito di riflessologa è aiutare le persone a ad utilizzare le proprie risorse per far scattare i meccanismi che portano all’omeostasi, cioè ad uno stato di equilibrio e armonia, stimolando su piede (e non solo, visto che pratico la Riflessologia Plantare Integrata ®) le zone meno attive e calmando quelle eccessivamente attive, senza interferire con le parti che funzionano in modo adeguato.



La riflessologia plantare può aiutare in qualche modo chi soffre di disturbi alimentari?
Come tutti gli approcci naturali, la riflessologia plantare si occupa dell’organismo nella sua interezza, non concentrandosi sullo specifico sintomo. Le sedute di riflessologia plantare, nelle persone che presentano disturbi alimentari, mirano a ripristinare le risorse vitali e a interrompere il circolo vizioso e ripetitivo di schemi comportamentali acquisiti. Il riflessologo plantare lavora principalmente sugli organi “sofferenti” o comunque in stato di disarmonia concentrandosi sul plesso solare , sul sistema nervoso, sugli organi di senso e naturalmente sull’apparato digestivo e sul sistema endocrino. La riflessologia è un valido aiuto per disintossicare e drenare un organismo “affaticato” dalle troppe scorie e, in questo caso, aiuta a eliminare acidi urici, a “pulire” il fegato, ad aiutare tutti gli organi a lavorare meglio per smaltire le tossine. Possiamo affermare, quindi, che per chi vuole perdere peso, per esempio, affiancare alla dieta data dal dietologo o alle sane abitudini alimentari, alle sedute di riflessologia, accelera il dimagrimento e aiuta a mantenere il peso forma. Riguardo al serio problema dell’anoressia, certo le sole sedute di riflessologia non possono bastare ma si ottengono miglioramenti sullo stato generale della persona che si sente “accolta”, toccata, rilassata.


In che modo un riflessologo lavora sull’apparato digerente?
Gli organi “centrali” del corpo, e di conseguenza lo stomaco e tutti gli organi appartenenti all’apparato digerente, si trovano in centro del piede. Un buon riflessologo sa che per “lavorare” sull’apparato digerente deve cominciare con l’organo che lo “governa”: la milza. Ovviamente non ci sono protocolli e mappe “statiche” o uniche. Vi sono diverse scuole e differenti correnti di pensiero. Io mi rifaccio alla mappatura occidentale. Tutto deve avere un senso, di conseguenza, il trattamento di riflessologia deve richiamare l’anatomia e la fisiologia del corpo umano. Quindi, dopo aver “aperto” la milza, padrona di casa, si comincia a lavorare stimolando i punti della bocca, ghiandole salivari, lingua (situati su entrambi i piedi grossolanamente partendo dal lato interno a fianco dell’unghia e scendendo, sempre sul lato interno dell’alluce, fino allo spazio morbido tra le prime due dita); si toccano i punti di esofago (piede sinistro), nella zona sotto l’alluce; stomaco (su entrambi i piedi), piloro, cardias… pancreas, a quel punto non si isola mai un organo per contrastare un sintomo, quindi, a seconda della persona che ci pone il piede, si valuta se lavorare sul fegato, colecisti, intestino, polmone se si intravede ansia, paura legata al disagio e, perciò, diaframma respiratorio, plesso solare e così via.


Il riflessologo non isola il sintomo. Una persona non è un mal di stomaco o una stipsi. Quindi come si procede?
Il riflessologo lavora in toto sulla persona e non può analizzare e trattare semplicemente l’apparato digerente se ci sono disturbi alimentari. Deve tenere conto del contesto della persona, del suo disagio..si deve chiedere “a cosa serve quel mal di stomaco?” “perché quella persona, unica ed irripetibile, non digerisce?” . Deve aiutare il Cliente a capire cosa il corpo vuole dire. Non si può lavorare sullo stomaco e se si tratta di una bulimia, per esempio, non intervenire anche sugli organi e sulle ghiandole correlate al disagio psichico.
 
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